Impatto, di John Inman

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Autore:
 John Inman
Lunghezza stampa: 205 pagine
Editore: Dreamspinner Press
Lingua: Italiano
Traduzione a cura di: Sara Benatti
Acquistabile qui

Trama:

A ventisei anni, Gordon Stafford pensa di avere i giorni contati. O almeno spera che lo siano. Prostrato dal senso di colpa e dal rammarico che scaturiscono dal terribile incidente d’auto di due anni prima in cui è rimasto ucciso un uomo, si sveglia ogni mattina con idee suicide. Anche se la legge gli ha assegnato un lavoro perché possa espiare le sue colpe, la redenzione personale è molto più difficile da raggiungere.
Poi Squirt – un semplice senzatetto che ha la sua croce da portare – lo salva da un destino terribile. Nel corso di quella notte, Gordon trova non solo una nuova luce da seguire, e forse persino uno scopo nella vita, ma anche la possibilità di un amore che lo aspetta alla fine del tunnel.
Gordon non avrebbe mai immaginato che sarebbe riuscito in qualche modo a perdonare se stesso, aprendo così il cuore abbastanza da ricevere accettazione e amore… proprio dalla persona a cui ha fatto più male.

Recensione:

Ho iniziato questo libro attratta dalla trama e dalla splendida copertina. Le storie tragiche sono il mio debole, lo ammetto. Cosa c’è di più bello, in fondo, di una storia di peripezie e sofferenze, di amicizia e crescita personale che si conclude con la nascita di un amore forgiato dalle difficoltà?

E questo libro rientra perfettamente nella categoria.

Attraverso gli occhi di Gordon, l’autore ci accompagna in un mondo cupo e privo di speranza, in una vita trascinata e quasi odiata, in un’esistenza persa nella nebbia fitta del rimorso. E quando tutto sembra perso e inutile, ecco che un piccolo faro guida il nostro protagonista verso l’aria tersa, verso la possibilità di un futuro, verso un germoglio di felicità.

Belli i due protagonisti. Gordon, intrappolato in ricordi tormentosi, e Squirt, che invece quei ricordi li ha nascosti persino a se stesso, tornando a un’ingenuità quasi fanciullesca. I personaggi di contorno non hanno molto spazio nella storia, ma sono comunque abbastanza caratterizzati. Tutta l’attenzione è però concentrata sui due protagonisti, sui dolori del passato e del presente e su quel possibile futuro che non devono lasciarsi scappare.

Lo stile è scorrevole e accattivante, ma ci sono comunque dei difetti. Trovo che la scelta di farci capire fin dalla trama la vera identità di Squirt sia stato un errore madornale. Lasciare un po’ di mistero avrebbe forse aiutato il lettore a immedesimarsi di più, dando maggiore importanza a quell’alone di mistero che avvolge il giovane senzatetto. Sapevo cosa aspettarmi e questo ha reso lo svolgersi della vicenda un po’ troppo prevedibile, facendomi sembrare Gordon quasi stupido quando non coglie al volo qualcosa che sapevo già dalla prima pagina.

Inoltre, e questo è puramente un gusto personale, ho trovato certe parti decisamente troppo sdolcinate. Stucchevoli. E, per certi versi, esagerate. Non sono affatto contraria al romanticismo, ma troppo zucchero mi fa venire il diabete.

Il romanzo è comunque molto valido e mi sento di consigliarlo a chi, come me, ha il gusto del dramma e delle storie che crescono lentamente e con difficoltà. L’importante è che sopporti bene quella dose di dolcezza in più.

Cate

Se vi interessa l’opinione della mia collega Vittoria sulla versione in lingua originale, la potete trovare QUI

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