Open Road, di M.J. O’Shea

AeP - Open Road

Autore: M.J. O’shea
Lunghezza stampa: 200 pagine
Editore: Dreamspinner Press
Lingua: Inglese
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Trama:

Angus è stato con lo stesso uomo per dieci anni. Quando il suo ragazzo lo lascia la sera del suo trentesimo compleanno e annuncia il suo fidanzamento con un ventiduenne meno di dieci ore dopo, Angus è… distrutto. Per metterla leggera. Passa le sue giornate a letto, ubriacandosi fino a perdere i sensi ogni notte, arrivando per questo a perdere il lavoro e l’appartamento. Il suo migliore e più vecchio amico, Reece, decide che è il momento del suo intervento. E di un cambio di scenario.

Reece e August partono per un viaggio attraverso gli Stati Uniti. Non hanno un itinerario, ma semplicemente si mettono in macchina e partono. Ad Angus servono un paio di giorni per rispondere con più di un grugnito quando Reece gli parla, ma lentamente comincia ad aprirsi. Viaggiano, parlano, guariscono, urlano, bevono (a volte un po’ troppo), ballano, incontrano nuovi amici e… da qualche parte, tra Portland nell’Oregon e Portland nel Maine, s’innamorano.

Che era l’ultima cosa che Angus si sarebbe mai aspettato.

Recensione:

Conosco i libri della O’Shea da un po’ di tempo, ormai, e mi sono sempre piaciuti. Alcuni li ho trovati migliori di altri, ma in comune hanno tutti una bella scrittura, prevalentemente con toni dolci e romantici, e una storia molto coinvolgente ed emotiva. Mai come questa volta, però, mi sono sentita così coinvolta nel testo. Continua a leggere

Tornando a casa di M.J O’Shea

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Autore: M.J O’Shea
Lunghezza stampa: 292
Editore: Dreamspinner Press
Lingua: italiano
Traduttore: Caterina Bolognesi

Sinossi

Tallis Carrington regnava su Rock Bay con la sua banda di gorilla usando il pugno di ferro, fino a quando uno scandalo non distrusse il nome della sua famiglia. Dieci anni dopo, Tally è rimasto al verde, senza casa, a percorrere il peggiore dei viali della vergogna. Ha bisogno di soldi e ne ha bisogno in fretta, e Rock Bay è l’unica casa che conosce. Ma la gente di Rock Bay non si è scordata di lui, o del ragazzino viziato che era un tempo.L’unica persona in città disposta a guardare oltre il suo passato è Lex, il nuovo proprietario della caffetteria della cittadina, che offre a Tally un lavoro, anche se sembra disprezzarlo, basandosi soltanto sulla sua reputazione. Quando Tally scopre che il suo affascinante capo è in realtà il ragazzino che torturava alle superiori, gli estremi sbalzi d’umore di Lex finalmente acquistano un senso. Adesso Tally deve mettere in gioco tutto per dimostrare di non essere mai stato davvero lo stronzo che sembrava. Dopotutto, se riesce a vincere il cuore di Lex, il resto della città dovrebbe essere una passeggiata.

Recensione

Devo dire che questa autrice mi piace moltissimo, sia per lo stile pulito sia per i temi che affronta. Ho già letto alcuni suoi libri (spero di trovare il tempo di parlarne prima o poi) e a ogni nuovo romanzo sono sempre più convinta della sua bravura. La storia in sé potrebbe sembrare banale: bulletto di provincia che non è poi così cattivo come sembra prova sulla propria pelle che la vita ha spesso artigli affilati, ma viene perdonato dalla  vittima preferita di un tempo di cui, guarda caso, finisce anche con l’innamorarsi. Niente di nuovo sotto questo cielo, quindi. Però, come tutti i bravi scrittori, M.J O’Shea riesce a prendere una storia già sentita e renderla interessante. Innanzitutto, è bello come presenta i personaggi, in modo particolare Tally. Capiamo subito che si tratta di un uomo sconfitto dalla vita, vuoi per sfortuna, vuoi per incapacità di reagire e  mancanza di fiducia in se stesso. Però ha carattere, e lo dimostra sin dalla sua prima apparizione, con le riflessioni precise e puntuali, con i pensieri estemporanei che gli attraversano la testa. Ci sarà bisogno di arrivare alla scena madre, quando le cose tra lui e Lex si metteranno male, perché finalmente tiri fuori gli attributi; ma alla fine ci arriva, ed è questo l’importante. Ammetto che mi è piaciuto lo sviluppo lento del personaggio, anche i suoi scivoloni, perché comunque l’animo umano è variegato: c’è in noi tutti un pizzico di arroganza, tutti desideriamo essere ammirati e trattati come persone speciali. Peccato che, nel suo caso, cerchi il rispetto delle persone sbagliate. Ho molto apprezzato anche il suo rapporto con la nonna e con la commessa della pizzeria, troppo giovane per ricordarlo nei suoi momenti meno brillanti, e quindi libera da pregiudizi. Perché, in fondo in fondo, credo sia questo il senso vero della storia: farci riflettere sui pregiudizi e come questi ci condizionino nel nostro modo di porci nei confronti degli altri. Oltre che ovviamente una grande lezione sulle seconde occasioni.

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